giovedì 8 luglio 2021

3. Ostiglia-Ferrara. "Le donne, i cavallier, l'arme gli amori..."

7/721
Ostiglia-Ferrara
84km (di cui 10 di visita della città)




Siamo svegliati presto, trooooppo presto, da un ciarliero gruppo di anziani che decide di piazzarsi al fresco a chiacchierare... A pochi metri dalla nostra tenda! Ma perchè? Con tutto il lungo corso del Po, proprio in questa minuscola zolla? Pace, in fondo la giornata ci chiama e il sole è già sorto da un pezzo. Comunque il loro accento è già marcatamente emiliano ed è un piacere iniziare a sentire cadenze diverse. Il contenuto dei discorsi è invece sempre lo stesso, dall'Alpi alle Piramidi: il meteo, i vaccini, le beghe di paese e radio rungia. 
Con estrema calma facciamo colazione, smontiamo le tende, prepariamo armi e bagagli e ci rimettiamo in sella. Da qui a Ferrara i km sono pochi, una settantina, tutti in ciclabile.
E per atto di grazia oggi questa striscia d'asfalto è molto meno impietosa e più gentile con noi. Il paesaggio è sempre lo stesso, e quasi fa invidiare quelle distese di betulle e steppa a botte di 500km che ho attraversato in Russia, pedalando la Transiberiana e discorrendo amabilmente con la mia vecchia bici, la Signora. Ma oggi ci sono più paesi vicini alla ciclabile, che in questo tratto ricalca l'Eurovelo 8 e pure la famigerata VenTo.



Oltre ai campi e al fieno, si susseguono piccoli centri che sanno proprio di Italia; è un immaginario da cartolina anni '50, quello che penso appaghi le aspettative di un tedesco o di un olandese in visita, che ha pregustato il viaggio attraverso riviste tecniche con foto lucide a doppia pagina. Anche il tipo di ciclovia è simillimo a quello tedesco, per come abbiamo visto l'anno scorso risalendo fino a Berlino, in direzione Capo Nord. 




Tegole, mattoni, sfumature di ocra e di argilla, campanili e rondini, campi di girasoli e frutteti. Questi luoghi rinfrancano l'anima e si ritrova una calma di fondo che solo i grandi oceani in tempesta conoscono. Sono paesi in cui molto è rimasto fermo. Sono quei luoghi nei quali i miei alunni raccontano di esser tornati, a Pasqua, a salutare i nonni. Ci sono i panni stesi come bandiere di una semplicità sacra, e con le bici attraversiamo quest'oasi di pace senza far rumore.

Il fiume compare a tratti, e spesso si incontrano le opere dei consorzi di bonifica, che sanno di archeologia industriale.



Non manca nemmeno un parallelo, lunghissimo fiume di parole che qualche anonimo ha scritto sull'asfalto, come una preghiera da viandanti.



Nell'ora di Pan facciamo tappa in un minuscolo centro abitato, che potrebbe trovarsi in Marocco o in Messico


per poi raggiungere Stellata, con la sua Rocca possente costruita nell'XI secolo e poi rimaneggiata dagli Este nel '300. Un tempo le foci del Po si trovavano qui. Quanto ha costruito questo incessante fluire. Quanta terra è nata dall'acqua. E' incredibile come tutti questi "minuscoli frammenti della fatica della natura" sommati insieme abbiano creato decine di km di lande asciutte.



La Lombardia è ormai alle spalle, il Veneto a un passo avanti. Siamo in Emilia Romagna! Passiamo per Bondeno, sul Panaro, e ci avviamo verso la bellissima ciclabile sul Canale di Burana.








Questi kilometri immersi nel chiaroscuro del sole che filtra tra i rami sono pura linfa per viandanti riarsi dal sole. Vediamo decine di aironi e garzette, gabbiani, sterne, cavalieri d'Italia e persino una volpe presta molto, che si invola nel volo del cuore tra le piante di mais.
Ci godiamo il passaggio, che è un balsamo di frescura e infine giungiamo alla meta di oggi: la città delle biciclette, Ferrara.


Decidiamo di visitare questa perla di storia e arte in bici, perchè la rete di ciclabili è invidiabile e qui tutti pedalano, anziani, bambini, persone di ogni colore e genere. Ecco, così dovrebbe essere sempre e ovunque.
Questa città, nata tra invasioni barbariche e contese tra papato ed esarcato, affonda le sue radici nel VII-VIII secolo, crebbe in età romanica ma fiorì con gli Estensi, in pieno Rinascimento. Tra le mura e i vicoli si respira ancora tutto questo susseguirsi di volti, di storie, di arte, di guerre, mercanti e poeti, prostitute, papi, principi e artisti.
Come già per Cremona, risulta impossibile sintetizzare tutto ciò che Ferrara è stata ed è oggi. Lascio siano le immagini a raccontare e magari a suscitare in chi non è già stato da queste parti la curiosità di una visita. 

la piazza del Municipio

lo scalone d'onore del palazzo municipale


il castello da un lato


e dall'altro

Nel cortile interno del castello è allestita una mostra di sculture dedicate alle scene dell'Orlando Furioso. E qui ci avviciniamo a ciò che sto cercando. Le opere sono veramente fantastiche e rimaniamo a lungo a contemplare, rievocando i passaggi ariosteschi cui si riferiscono e leggendo le ottave.










Usciti dal castello percorriamo il meraviglioso corso Ercole I d'Este


 dove, tra i palazzi storici, al centro dell'Addizione erculea, spicca quello cosiddetto "Dei diamanti", noto per le sue facciate marmoree in bugnato.



E infine eccoli. I tre nomi che cercavo. Nella mia geografia dell'anima, che è fatta di rime e parole, trovano un luogo speciale, dove ho sepolto un palpito puro, tre autori che a Ferrara son legati con un filo rosso.

Ariosto


Tasso


E Bassani, che ritrovo tra le viuzze del ghetto, che dal '600 è stato dimora di una delle comunità ebraiche più antiche d'Italia.



Così, respirando infinita luce, concludiamo il nostro giro ferrarese. Siamo ospiti "A casa di Rita", un'omonima gentile. La cosa incredibile è che qui ogni palazzina ha un suo locale bici, chiuso e sorvegliato. La Signorina Felicita finisce appesa come un merluzzo accanto alla bici di Gigi, a stiracchiarsi la schiena.


Domani raggiungeremo il delta del Po, con una puntatina in Veneto, per poi imboccare la Ciclovia Adriatica che è la spina dorsale del nostro viaggio verso sud. Ci condurrà infatti fino a Santa Maria di Leuca, sempre con lo scintillio del mare e il mormorio della risacca sul lato mancino. E non vedo l'ora di tornare a riempirmi i polmoni di aria densa e carica di sale e resina. Sarà pura poesia.

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